lunedì 10 maggio 2010

BeBop

Massimo Urbani
Il Be-Bop nacque per reazione alla cannibalizzazione del jazz da parte dei bianchi. Come spesso accade, gli ingiusti sono anche avidi e ingordi. L'uomo bianco voleva prendersi anche il jazz, e lo rese paludato, cool, snaturandolo ad opera dei Glenn Miller di turno. Ma il Be-Bop era troppo anche per loro e nulla poterono per stare dietro alle esibizioni muscolari di Charlie Parker e di Dizzie Gillespie. Ma ogni regola prevede delle eccezioni, Massimo era una di queste, uno dei più grandi talenti del jazz italiano che poteva suonare come faceva Bird e non a caso seguì le sue orme anche nei modi di porre prematuramente fine alla sua vita. Un carattere impossibile, ma bastava sentirlo parlare o suonare per capire che era un pezzo di pane, solo un grosso animale ferito e arrabbiato. L'ennesima dimostrazione che l'arte non salva un cazzo di nessuno, nemmeno chi è toccato dal genio o dal talento, non consola e non cambia i destini delle persone, non di quelli segnati

6 commenti:

  1. L'arte non aiuta il dolore, ma il dolore aiuta l'arte...

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  2. dautre: sempre lucida te
    dada: e tu lo sai..
    stressa: dove sei stata? ogni tanto mi sparisci e non lasci nemmeno un recapito?! io mi preoccupo sai?!..

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  3. Ogni tanto mi mancano le parole, allora taccio e ti leggo solo...

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  4. Peccato che io sia incapace di apprezzare il jazz, perchè attraverso l'arte gli stati d'animo sono spiattellati uno sopra l'altro e si può contemplare davvero l'essenza di una persona: l'osservazione di Dautre è decisamente perfetta ed anche se ho un handicap col jazz comprendo che in questo disegno egli sorride e a discapito di qualunque cosa diversa dalla sua passione in quel momento era distante!

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