martedì 26 gennaio 2010

Sì, questo è un uomo

P. Levi
Poche settimane fa ad un tavolo con dei colleghi uno di questi si è messo a raccontare delle barzellette sugli ebrei, con aria estremamente divertita raccontava quella del reduce da un campo di sterminio che si gioca al lotto vincendo, i numeri tatuati sul suo braccio. E rideva di gusto e l'altro collega rideva con lui. Io li guardavo con aria perplessa, non sono per il politically correct a tutti i costi, ma in questo caso oltre a non far ridere affatto, non sembravano prendere minimamente in considerazione il significato di ciò che dicevano, e si tratta di persone istruite, intelligenti, nemmeno tanto razziste, ma fondamentalmente prive di quella che si chiama intelligenza emotiva, evidentemente. Mi piacerebbe che per questi soggetti la giornata della memoria potesse fungere da spunto di riflessione, ma ahimè ne dubito.

4 commenti:

  1. un mio ricordo: quando venne per parlare dell'olocausto, all'istituto superiore che frequentavo, disse che non si era mai sentito rivolgere domande tanto stupide (questo per dire come la scuola non riesce a tramandare la memoria!)

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  2. di buono c'e' il fatto che gli adolescenti sono sempre stati coglioni e non lo sono solo quelli di oggi

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  3. se questo è sinonimo di coglionaggine, c'è chi rimane adolescente per sempre, te lo dico io...

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  4. davide appunto i miei colleghi hano 50 anni fai te..

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